ENPAV 2001-07-11
Il tempo si distende e corre sulle ali della memoria
C’è la memoria, intima, personale, anche sofferta, che selezione gli eventi accaduti soffermandosi su di essi, trasfigurandoli nelle soggettività (è il caso mio e di alcuni di voi), e c’è una memoria collettiva, patrimonio di tutti, in grado di vincere l’indifferenza ed anche la rimozione e l’oblio.
C’è una memoria a breve termine che registra scampoli di realtà per brevi istanti, mentre altri ricordi vengono promossi e spostati nella memoria a lungo termine dove potranno durare anche per tutta la vita.
Tale selettività ci serve per dimenticare, ma anche a ricordare e soprattutto a mettere a fuoco ciò che è veramente rilevante e in grado di dare orientamenti utili alla nostra vita, anche a quella sociale, come nel caso del nostro Ente previdenziale.
L’Enpav, come ai più è noto, ha avuto una complessa e contraddittoria storia, vissuta e sofferta da Colleghi lungimiranti tra i quali annoveriamo i fondatori, i vari Presidenti succedutisi ed i tanti – inclusi collaboratori e dipendenti – che tra le difficoltà ed incomprensioni si sono adoperati a tutti i livelli.
Evitiamo nomi e cognomi, sarebbe riduttivo ed anche retorico: oggi infatti è una giornata da ricordare! Inauguriamo questa sala dedicandola ad un amico che (mi è) e ci è stato caro, ad un Collega battagliero e tenace che ha concepito il suo ruolo come una missine, facendo appello alla propria forza e all’indomita volontà di lottare.
Il destino è stato crudele, negandogli di concludere il mandato quinquennale di Consigliere, che, per rispetto alla sua memoria, è rimasto vacante. Nonostante ciò, oggi è un giorno di festa!: la legge 136/91 ha appena compiuto dieci anni ed un difficile percorso ad ostacoli l’abbamo insieme positivamente concluso.
Altre molteplici difficoltà ci attendono: ma questa sala riunioni ci solleciterà la memoria a testimoniare la nostra identità culturale e previdenziale ed a mantenere alta la ricerca della verità.
Sant’Agostino nelle Confessioni (XI, 20, 26) scrive: “il nostro presente ha tre dimensioni: il presente del passato, il presente del presente, il presente del futuro”. Ricordiamo sempre che il tempo si distende sulle ali della memoria e che il sentimento del passato ed il presentimento del futuro devono entrare nell’intimità del nostro sentire quotidiano.
Il sentimento del passato e del presente mi inducono a chiedervi un applauso per i figli di Mario Schianchi, qui presenti, Patrizia ed Alberto (nostro collega). Il presentimento del futuro m’impone di allargarlo al nostro Direttore, purtroppo oggi assente per motivi di salute. Gli auguriamo pronto e felice ristabilimento!
Ruggero Benassi
giovedì 20 novembre 2008
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