sabato 24 ottobre 2015
onaosi
Sono stato recentemente invitato dall'Università di Parma alla giornata di orientamento alla professione - mancavo da un 'anno - e, dopo aver presentato Enpav, impropriamente ho parlato, in qualità di iscritto, anche di ONAOSI.
Leggo su 30 Giorni un articolo di un ex Presidente che riporto integralmente.
"In tempi come l’attuale, in cui sembra voler prevalere una cultura che riconosce
solo l’interesse personale e l’egoismo più esasperato, non è facile parlare di solidarietà.
Questo valore comunque lo conoscevano bene alcune persone illuminate
che più di cento anni fa dettero origine ad un ente, che oggi conosciamo
come Opera Nazionale di Assistenza agli Orfani dei Sanitari Italiani
(Onaosi), nato per sostenere, educare, istruire e ormare gli orfani e per
consentire loro di conseguire un titolo di studio e di accedere all’esercizio di
una professione.
Dal 1899, grazie a Luigi Casati, medico condotto, questa idea ha trovato concretizzazione in Perugia. Ma più che una analisi storica veniamo a valutare cosa ha rappresentato l’Onaosi per la nostra categoria.
Nel corso dei decenni, sono stati assistiti più di 900 orfani di medici veterinari,
che hanno potuto usufruire dei servizi dell’Opera fino al conseguimento della
laurea ed oltre. Oggi gli orfani dei sanitari assistiti sono complessivamente
4109 di cui 3695 a domicilio e 414 presso i Collegi, i Convitti ed i Centri
formativi dislocati in varie città. Di questi 159 sono gli orfani dei medici
veterinari.
C’è un altro aspetto che merita di essere conosciuto e cioè quello riguardante
il contributo che la nostra categoria ha dato nella gestione di questo Ente, trasformato in Fondazione, poiché nel corso dei decenni molti colleghi si sono succeduti nel Consiglio di Amministrazione in qualità di presidenti, di vicepresidenti e di consiglieri. Di tutti non è possibile, in questa sede, descrivere ciò che hanno realizzato per l’Opera, per cui mi limiterò ad accennare al contributo
dato da Elio Barboni e da Aldo Rogheto.
Il prof. Barboni è stato preside della Facoltà di Medicina veterinaria
di Perugia e prorettore della stessa Università degli studi di Perugia. Ha
guidato l’Ente come presidente portandolo all’altezza dei tempi e creando
la nuova, imponente sede del Convitto maschile (a lui dedicata) e
rinnovando i metodi pedagogici congrande spirito di apertura.
Aldo Rogheto, veterinario condotto, è stato membro del Consiglio di amministrazione dell’Opera per 23 anni. Presidente dell’Ordine di Pesaro
e della Fnovi, entrato nel Consiglio nel 1978, in uno dei momenti più bui
della storia dell’Onaosi, quando si temette per la sua sopravvivenza visto
che era stato incluso tra gli “enti inutili”.
Fu tra coloro che portarono, attraverso la legge Saporito del 1991, al salvataggio dell’Opera. Determinante è stato il suo apporto nel definire le linee
strategiche sulle quali l’Onaosi ha basato la sua attività formativa ed assistenziale
a favore degli orfani e dei portatori di handicap sia orfani che figli di contribuenti viventi.
Aldo Rogheto nel 1999 scriveva che nell’Onaosi ripongono la loro speranza
quasi 4000 fra bambini in età prescolare, ragazzi delle elementari, medie, superiori
ed universitari, che godono di sussidi domiciliari o di ospitalità nei suoi Collegi,
nei suoi Centri studio e che quanti di loro lo vogliono, seguono, dopo la
laurea e per tutti gli anni necessari, corsi di specializzazione in Italia ed all’estero
senza preoccupazioni economiche di sorta.
Vorrei concludere con una raccomandazione rivolta a quei veterinari, soprattutto
giovani, che non hanno l’obbligo istituzionale di iscriversi. Anche per loro sono aperte le porte di questa grande famiglia; con un contributo modesto possono entrare nel pieno diritto di fruire di tutti quei benefici che l’Opera offre. Un invito quindi a iscriversi per avere una “polizza assicurativa” di certo economicamente
conveniente ed estremamente vantaggiosa dal punto di vista dei
possibili eventuali benefici." ■
Gian Paolo ASDRUBALI
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento