lunedì 5 dicembre 2011
sistema contributivo per la nostra cassa?
Alle molteplici telefonate ricevute oggi dettate dalla preoccupazione per l'eventuale e preanninciato passaggio dell'Enpav al sistema contributivo ritendo dover rispondere, con la diplomazia del Presidente, con quanto da lui diramato.
" Il testo ufficiale e definitivo della Manovra varata ieri (4 dicembre 2011) dal Governo Tecnico non è ancora disponibile.
Qualsiasi commento, quindi, non pretende di essere totalmente esauriente o chiarificatore di una situazione che, al momento, non è ancora certa.
“ L’applicazione del sistema contributivo al calcolo di tutti gli emolumenti pensionistici, come richiesto dal Ministro del Lavoro Elsa Fornero, si incardina in una logica di allungamento dell’orizzonte di sostenibilità della previdenza pubblica”, ha dichiarato il presidente ENPAV On. Gianni Mancuso.
“Ma le Casse di previdenza dei professionisti godono dell’autonomia data dalla personalità giuridica di diritto privato e qualsiasi intervento su di esse non può prescindere, come del resto riconosciuto dallo stesso Ministro, da questo dato.
Avevamo, quindi, accolto con soddisfazione le dichiarazioni del Ministro durante le conferenza stampa del Governo di ieri, che riconoscevano la nostra autonomia e la inopportunità dell’applicazione tout court alle Casse delle misure previste in manovra, in particolare del metodo di calcolo contributivo pro rata.
Il Ministro assicurava, da parte del Governo, un attento monitoraggio delle Casse, ma, del resto, nonostante la loro natura privata, gli Enti previdenziali dei professionisti sono da sempre, comunque, coscienti della rilevanza pubblica del loro ruolo e non si sono mai sottratti ad un dialogo costruttivo con le istituzioni e all’attenta osservazione di tutte le considerazioni provenienti dai Ministeri vigilanti, ed anzi lo hanno sempre auspicato.
Purtroppo le belle parole della Fornero contrastano in pieno con il testo, al momento disponibile in attesa di quello definitivo, dell’articolo 24, comma 19 della manovra, che prevede l’applicazione del contributivo pro rata alle Casse privatizzate, a meno dell’approntamento, entro il 31 marzo 2012, di riforme tali da garantire un saldo previdenziale positivo prospettico a 50 anni.
Ad oggi le Casse presentano ai Ministeri vigilanti il proprio Bilancio tecnico, il rendiconto contabile prospettico, richiesto dagli stessi dicasteri, a garanzia della stabilità degli Enti e della sostenibilità delle loro gestioni, in un orizzonte temporale di almeno trent’anni e comunque fino a 50.
Tutte le Casse, per rispettare questi vincoli, hanno elaborato delle importanti riforme dei propri sistemi pensionistici, richiedendo sacrifici contributivi agli iscritti, proprio in nome di quell’allungamento dell’orizzonte temporale di stabilità che oggi è obiettivo dichiarato della manovra.
Le Casse, quindi, hanno già sottoposto le proprie gestioni a penetranti misure al fine di raggiungere gli obiettivi di equilibrio richiesti dai Ministeri.
Esse, comunque, non intendono sottrarsi al proprio ruolo sociale in questo momento di difficoltà del sistema paese italiano, ma è tecnicamente impossibile soddisfare le richieste del Ministro Fornero in soli tre mesi!
Se si intende richiedere alle Casse di innescare ulteriori riforme, si lasci loro almeno il tempo necessario per l’approntamento delle stesse e per lo studio del loro impatto.
Senza considerare che una manovra di tale peso dovrebbe naturalmente essere studiata e approvata, oltre che dal ristretto nucleo del Consiglio di Amministrazione, dall’intera platea dell’Assemblea dei Delegati provinciali, con le conseguenti tempistiche.
Pare quasi che la richiesta ministeriale sia un pretesto per cogliere in presunto fallo gli Enti previdenziali dei professionisti e ottenere, così, l’ottima scusa per sottoporre anch’essi al contributivo pro rata.
Senza considerare che, diversamente dal settore previdenziale pubblico, le Casse accantonano in Bilancio delle riserve rappresentative del proprio Patrimonio netto, rivalutato ogni anno, che in extrema ratio, rappresentano un’ulteriore garanzia della sostenibilità dell’Ente.
Considerata l’impermeabilità delle Casse ai bilanci statali, la logica sottostante all’applicazione ad esse del contributivo pro rata sarebbe quella di una maggiore tutela delle giovani generazioni.
Ma, in realtà, data l’applicazione pro rata, ovvero diversificata a seconda dei diversi periodi contributivi, sarebbero proprio i giovani a scontare il maggior onere di eventuali manovre di adeguamento.
Ad essi, infatti, al momento del pensionamento, verrebbe applicato il metodo contributivo per l’intero periodo lavorativo, mentre i medici veterinari ad oggi pensionandi godrebbero di un calcolo retributivo applicato fino al 31/12/2011.”
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